sabato 3 novembre 2012

Regola VS tecnica







Un post per mettere nero su bianco un qualcosa che ritengo sia abbastanza importante.

Dopo che quel saggio essere che prende il nome di Jiddu Krishnamurti ha permesso di riempirci di aria i polmoni con le parole della vera libertà, in maniera sublime e tale da non lasciare dubbio alcuno sul fatto che quello sia stato il suo vero modo di sentire, mostrato tramite il linguaggio ed i concetti attraverso il linguaggio, si è arrivati, come sempre, a dei paradossi: ovviamente non solo lui è stato il fautore di ciò che andrò a dire, ma lo prendo come "capro espiatorio" , la causa della nascita di una specie di modo di pensare che travisa quanto da lui detto, pur tentando di mostrare lo stesso.


"La verità è una terra senza sentieri"Ipse dixit ed è vero che non può essere burocratizzata, non può essere espressa, il grande non-essere che in potenza contiene ovviamente l'essere(non-essere è l'infinito, bisognerebbe riflettere ogni tanto sul concetto di in-finito) è qualcosa di eternamente irraggiungibile ed è un aspetto che amo sottolineare piuttosto ossessivamente su queste pagine, proprio perchè non potrei farne a meno.
Ovviamente succede che questa semplice verità, tra chi ama ricevere tutto come impacchettato, diventi una banale verità e succede, in questo ambito, che si arrivi a farne una regola, una regola per raggiungere, non si sa come in modo assurdo, la tanto decantata verità: ma tutto ciò non può essere che totale e disarmante inazione, di qualsiasi tipo: fisica, intellettuale, spirituale, culturale, resta solo una morbosa curiosità che da sola si brucia in sè, una regola per intraprendere la non regola.

A
"lavoro molto sulla concentrazione interiore, sul discernere al mio interno sentimenti, volontà e pensiero, passivi, attivi, giustificati o estranei"

B
"Eh, ma Krishnamurti diceva che la meditazione, fatta come atto consapevole, non era vera meditazione, quindi se ti concentri ti stai illudendo"

A
"Beh, parole sante...e tu cosa fai?"
B
"niente...io aspetto!"
A
"Pensi che Krisnhamurti, viaggiando per il mondo, parlando con migliaia di persone, educando alla vita apprezzando la vita e affermando con forza il suo pensiero non facesse niente?"
B
"Eh, ma lui diceva questo alla gente, mica diceva di vivere come lui!"

Ed il povero Jiddu, che questa cosa vedeva già in vita, continua a rivoltarsi nella tomba: essere trasformato in un santino al pari di un Guru di periferia qualsiasi.


Quindi, qual'è il senso del post?

E' questo: la tecnica serve per ottenere qualcosa che sia anche solo scrollarsi dall'inazione, per spostarsi in qualsiasi direzione, purchè non ci si ancori al famoso"vaso pieno" di informazioni che appesantisce e rende immobili nel centro del mondo, non è la regola, non è il modo per ottenere il fine, ma è lasciare che il fine ci indichi un modo per arrivare a lui.

La tecnica(che possa essere quella letta in un libro, quella che si scopre da soli o la frase di Lao-Tzu, la vita stessa vissuta in una maniera più consapevole o una serie di cose che ci permettono di sentire una sorta di dinamismo interiore) è parte della via stessa; da musicista so che senza la tecnica, sarei rimasto fermo, con un buon orecchio e del talento latente, ma non avrei mai potuto esprimermi musicalmente come ora so fare, il che non mi fa dire che il mio percorso è esaurito, tutt'altro: ad ogni mia pulsione corrisponde una tecnica che mi permette di trovare il suono(a costo di inventarmi sfumature tecniche nuove) che cerco, come ad ogni pittore il colore che in natura non esiste e ad ogni poeta la rima che fa ridere dentro.

La tecnica non è la regola, è l'intelletto che si muove e soprattutto, al contrario della regola, sai benissimo che funziona solo per te e nemmeno per tutta la vita o per tutte le cose, la tecnica è la distanza tra un passo ed un altro, quel ritmo invisibile imparato i primi anni di vita che serve per muoversi con le gambe senza cadere ed è qualcosa che sai che è vero per te, al momento in cui  senti qualcuno contrapporne un'altra alla tua, di tecnica, che per lui funziona alla grande e tu, per lui, senti felicità, perchè è solo così che può funzionare, perchè hai davanti qualcuno che si muove sulla sua strada, senza volerti influenzare, senza farsi influenzare: anche provare "fastidio" quando qualcuno dice "per me non funziona, quello che fai tu", pensando che è in errore, è aver già trasformato la propria tecnica di turno in un'auto-regola, e le auto-regole forse sono le peggiori.

Fare qualcosa non per arrivare "dove nessuno è mai tornato per poterlo raccontare", ma fare qualcosa per scappare da quel qualcuno che sta tutto il giorno seduto davanti ad un computer, che si spaccia per te, la strada è più o meno infinita, ma iniziare è il minimo e anche le più grandi parole di libertà, se dette da qualcun altro e comprese come proprie dentro di sè diventano una pesante incudine attaccata alla nostra schiena
Mettere la cera, levare la cera, farlo senza sapere perchè, fino a che, un giorno, riesci a parare un colpo, come la cosa più naturale del mondo, non sapendo nemmeno che quel  giorno, qualcuno o qualcosa, ti avrebbe colpito.
















La regola è l'inazione e la paura di muoversi ed è un fine senza un vero mezzo, è la presunta verità urlata disperatamente, perchè altri la condividano, per non sentirsi soli, non importa quanto sacra sia, se un qualcosa è sacro non va mai e poi mai imposto, agl'altri e a sè, nasce in sè e vive di vita propria e la regola è la negazione totale di questo.
  la tecnica(nel cui etimo greco si nasconde la parola arte e sarebbe bastato a spiegare tutto il post), che non esiste fino al momento stesso in cui la usi, è uno degli infiniti modi con cui scegli di muoverti, fosse anche a testa in giù in un burrone attaccato ad un filo per scoprire che puoi farlo, ed è soggetta al proprio essere, alla propria creatività, alla propria onestà,  qualcosa che ci permette di vedere la direzione in cui andiamo, semplicemente guardando indietro , per vedere di quanto ci siamo mossi: il traguardo non c'è, fortunatamente la strada è il traguardo, fortunatamente non si arriva mai, per poter crescere come non mai.

Nessun commento:

Posta un commento