giovedì 12 maggio 2011

Il simbolo e la memoria perduta


Il simbolismo, è quasi sicuramente l'aspetto più ancestrale dell'umanità, una specie di richiamo atavico, che funziona da sempre solo se c'è l'uomo e senza cui l'uomo potrebbe esistere, nella ricerca di alcune parti fondanti di sè stesso.
 Nella nostra (pseudo/breve/sempre più solo intellettuale) tradizione occidentale, si è perso il senso di sacralità e devozione, atto ad approcciarsi all'aspetto più puro del simbolo; sacralità e devozione che niente hanno a che fare con il moralismo basato su paura e credo della religione, comunemente intesa o sull'adorare questa o quella divinità ma bensì con quei sentimenti necessari all'acquisizione di uno stato di coscienza che permetta di realizzare la potenza, inesprimibile cerebralmente, che si ha nei simboli.
Quello che abbiamo adesso, massicciamente diffuso, è tutto quello che di peggiore si può avere, per comprendere ciò: interpretazioni soggettive, basate su intellettualismi competitivi, assenza di umilità che permetta di dissipare il velo dell'ego, per guardare nella giusta direzione ed una "scienza" , che quando non si muove, come accade  per la fisica quantistica, con assoluta discrezione e sobria capacità di giudizio, è convinta di affondare i denti nella più pura essenza del valore espresso dal simbolo, fallendo miseramente in una fantastica operazione auto-descrittiva.
Quindi da una parte abbiamo zeitgeist, con i suoi grossolani errori di interpretazione della tradizione solare, che è bene ricordare come tremendi , in quanto il sole è sempre stato, a sua volta, un simbolo e non viceversa, l'anti-zeitgeist, chiaro "cane da guardia" della chiesa e della religione istituzionale, che non fa altro che riportare all'ordine costituito(si, ma da pochi) e che si guarda bene dal parlare di tradizione iniziatica e simbolismo, sino ad arrivare a quello che, iniziato da Jung in buona fede, è finito nella fiera dell'interpretazione più selvaggia e ridicola: i deliri dei segnali massonici, gli alieni, gli angeli e tutto quello che, fieramente va a costruire un possente muro, nei confronti della conoscenza del simbolo stesso.
Premesso che nessuno, in questa sede, stia negando l'esistenza di branche massoniche deviate, spesso implicate con l'elitè economica/finanziaria, che pilota come meglio può, le sorti del mondo o l'esistenza di alieni, entità extra-dimensionali, che siano a loro volta creature aliene, buone, cattive o quant'altro, tutto questo non risponde assolutamente alla più banale della domanda: il significato del simbolo, o , meglio ancora il perchè della sua esistenza e la sua funzione, enormemente connessa con noi.
Le antiche religioni Vediche,  così come quelle greche, lo zoroastrismo e potremmo andare avanti per molto, individuavano, nel bestiario di divinità, vari aspetti dell'esistenza ; gli dei erano simboli a loro volta, che descrivevano parti di una verità più grande: il mito è uno dei più grandi simboli, dietro al mito esiste il simbolo stesso e non viceversa.
Dietro al simbolo esiste qualcosa, per cui, le parole di nessuno, possono funzionare per un'autentica descrizione ed è questo che deve essere ben capito.
Il simbolismo, che al contrario di quanto si possa pensare è dinamico, per quanto antico e totalmente perfetto, nella sua capacità di sintesi, è il ponte di accesso tra noi ed il linguaggio ancestrale, un linguaggio non fatto di parole e concetti, ma di puro pensiero e di pura sensazione che poi si va a sostituire al pensiero stesso.
Ogni forma di meditazione simbolica, era ed è legata a questo: costruire il simbolo, consapevoli del suo valore più terreno, il migliore possibile (ad esempio, la rosa, come fusione della purezza di una pianta e del sangue dell'uomo, epurato dalle passioni e dalla rabbia) ed esserne profondamente consci,  poi,  piano piano, lasciare che il simbolo, come immagine, lasci il posto al processo, qualunque questo sia, che ha permesso la costruzione di esso e affrontare quello che c'è oltre, che, per la "sfortuna di chi vende infinito e genesi in 24h", non può essere in alcun modo mostrato.
Dobbiamo pensare che il caos simbolico che stiamo vivendo, in quanto esistente, non osteggiato, pesantemente diffuso e saccentemente rivoltato, con presunte basi scientifiche, è esattamente la fine dell'identità più autentica dell'uomo...come dare significati diversi ad ogni immagine della nostra infanzia ed adolescenza e arrivare ad essere adulti, senza sapere chi siamo o pensando di essere altro,  magari lasciandolo proferire al guru di turno.
Esiste una tradizione, che, ripeto, non è statica, non è morta(anzi, è più viva di noi) e che è, per lo più, nell'etere ; anche se grandi menti, mostrando una sensibilità abnorme senz'altro "divina", ci hanno aiutato, tramite i loro lavori e scritti, a farci arrivare chiari(solo per chi riesce a scorgerlo, il chiaro) segni di quello che, istituzionalmente, storicamente e umanamente, è perduto, la parola stessa "tradizione" è stato trasformata totalmente, rispetto a quello che anticamente era.
Ovviamente il simbolo non è una necessità, come niente può e deve esserlo: quello che è necessario, è capire, però, quando ci si trova di fronte ad esso, come mai esiste in quel momento, in quel modo e come mai "proprio a me", dato che il simbolismo è ovunque, nelle parole, nella musica, nelle immagini, nel pensiero e, soprattutto nella natura, intesa come espressione di un contesto più ampio possibile, in cui l'uomo vive.
La porta tra l'umanità e la sua elevazione non è fatta di intellettualismo, sforzo cerebrale e quantità di stima ricevuta, ma bensì è un cammino in cui l'impossibile diventa la norma, in cui l'impercettibile è la prova che ci aspetta, la cui ricompensa, non è sotto gli occhi di tutti, ma solo in noi, bisogna essere vigili, allontanarsi dal caos di youtube, dalle interpretazioni che si pongono come definitive e da chi associa male e bene, ai simboli: costoro hanno già perso, non fatevi trascinare in uno stato di morte più profondo, rispetto a quello in cui state, siate voi la vostra chiave di ricerca, sentite il senso di devozione, dentro di voi, per qualsiasi cosa riteniate ancestralmente enorme, rispetto a voi: se qualcosa brucia, vi fa sentire stupidi e vi fa sentire, per contrasto, troppo superiori rispetto tutto ciò, bene, sappiate che avete appena individuato il vostro nemico e non siete poi così liberi, perchè, intimamente, vi sentite già completi e nessuno lo è mai, ma può solo pensare di esserlo.

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