giovedì 26 maggio 2011

Il neospiritualismo e la critica "profetica" di Guenon

Tratto da "il Regno della quantità ed i segni dei tempi"
 Il neospiritualismo

Questo scritto risale agli anni '40.
No comment.

"Abbiamo appena detto di coloro che, volendo reagire contro il disordine attuale, ma non possedendo le conoscenze sufficienti per poterlo fare in modo efficace, sono in qualche modo «neutra­lizzati» e diretti verso vie senza uscita; sennonché, oltre a costoro, ci sono anche quelli che, al contrario, è fin troppo facile spingere più innanzi sulla strada che conduce alla sovversione. Il pretesto che è loro fornito nello stato presente delle cose, è nella maggior parte dei casi quello di «combattere il materialismo», e certa­mente i più fra di loro vi credono sinceramente; ma mentre i primi di cui abbiamo parlato, quando vogliano agire in tal senso, approdano semplicemente alle banalità di una vaga filosofia «spi­ritualistica», senza alcuna portata reale, ma se non altro quasi inoffensiva, questi ultimi vengono orientati verso il campo delle peggiori illusioni psichiche, ciò che è ben altrimenti pericoloso. Di fatto, mentre gli appartenenti alla prima categoria, pur es­sendo più o meno contagiati a propria insaputa dallo spirito moderno, non lo sono tuttavia abbastanza profondamente da essere completamente incapaci di vedere, questi di cui tratterremo ora ne sono interamente penetrati e si fanno anzi, abitual­mente, un vanto di essere dei «moderni»; l’unica cosa che ripugni loro, fra le manifestazioni differenti di questo spirito, è il materialismo, ed essi sono a tal punto affascinati da quest’unica idea, da non accorgersi neppure che una quantità di altre cose, come la scienza e l ’industria che essi ammirano, sono strettamente dipendenti, per le proprie origini e per la loro stessa natura, da quel materialismo che gli fa così orrore. Ciò detto, è facile capire come mai un atteggiamento del genere debba essere al momento attuale incoraggiato e diffuso: costoro sono i migliori collaboratori inconsapevoli che si possono trovare per la seconda fase della azione antitradizionale; siccome il materialismo ha quasi finito di rappresentare la sua parte, sono essi che diffonderanno nel mondo quel che dovrà prenderne il posto; anzi, il loro compito sarà di venire utilizzati per aiutare attivamente ad aprire quelle «fendi­ture» di cui dicevamo in precedenza poiché, in questa sfera, non si tratta più solamente di «idee» o di teorie, ma, inoltre e contem­poraneamente, di una «pratica», che li
mette in contatto diretto con le forze sottili della specie più bassa; occorre aggiungere, del resto, che a questa funzione essi si prestano con tanto maggior buona volontà in quanto si illudono nel modo più completo sulla vera natura di queste forze, giungendo al punto di attribuir loro un carattere «spirituale».
Si tratta di quel che in modo generico abbiamo chiamato «neospiritualismo», con lo scopo di distinguerlo dal semplice «spiritualismo» filosofico; in questa sede potremmo quasi accontentarci di ricordarlo semplicemente a modo di «pro memoria», in quanto già consacrammo, in altre occasioni, studi speciali a due delle sue forme più diffuse [Cfr. R. Guénon, L’Erreur spirite, cit., e Le Théosophisme, histoire d’une pseudo‑religion, Paris, 1921]; esso però costituisce un elemento troppo importante, fra quelli che sono tipici dell’epoca con­temporanea, perché possiamo astenerci dal rammentare almeno i suoi tratti principali, astrazion fatta tuttavia, per il momento, dell’aspetto «pseudoiniziatico» rivestito dalla maggior parte del­le scuole che si ricollegano ad esso (ad eccezione beninteso delle scuole spiritistiche, le quali sono apertamente profane, ciò che d’altronde è richiesto dalle necessità della loro estrema «volgarizzazione»), giacché dovremo ritornare più tardi su questo argo­mento in modo particolare. Per cominciare è opportuno notare che non si tratta di un insieme omogeneo, ma di qualcosa che assume una molteplicità di forme diverse, quantunque il tutto presenti sempre un numero sufficiente di caratteristiche comuni per poter essere legittimamente riunito sotto una stessa denomi­nazione. Ma quel che è più singolare, è che tutti i raggruppa­menti, le scuole ed i «movimenti» di questo genere siano co­stantemente in concorrenza o addirittura in lotta gli uni con gli altri, al punto che sarebbe ben difficile trovare altrove, tranne for­se fra i «partiti» politici, o di più violenti di quelli che esistono tra i loro rispettivi aderenti, mentre tuttavia, per una strana iro­nia, tutte queste persone hanno la mania di predicare la «fraternità» a proposito e a sproposito! Si tratta di qualcosa di veramente «caotico», che può fornire, ad osservatori fossero
pur superficiali, l’impressione del disordine spinto alle sue punte estreme; d’altronde anche questo non è se non un indizio che il «neospiritualismo» costituisce una tappa già piuttosto avanzata sulla via della dissoluzione.
D’altra parte, il «neospiritualismo», nonostante l’avversione che manifesta nei confronti del materialismo, tuttavia rassomiglia a quest’ultimo sotto più d’un aspetto, al punto che si è potuto, con sufficiente ragione, usare al suo proposito l’espressione di «materialismo trasposto», cioè, insomma, esteso oltre i confini del mondo corporeo. A mettere particolarmente bene inevidenza la giustezza di questa osservazione sono quelle grossolane rappre­sentazioni del mondo sottile e di un preteso mondo «spirituale» a cui abbiamo già fatto allusione più indietro, le quali non sono fatte d’altro che di immagini prese in prestito dal campo corpo­reo. Questo stesso «neospiritualismo» si riallaccia inoltre in modo più effettivo ancora alle tappe anteriori della deviazione mo­derna tramite quello che si può chiamare il suo lato «scientisti­co»; anche questo abbiamo già segnalato trattando dell’influsso esercitato sulle differenti scuole da parte della «mitologia» scien­tifica del momento in cui esse videro la luce; ed è il caso, altresì, di far risaltare in modo tutto particolare quale parte, invero con­siderevole, abbiano nelle loro concezioni, senza eccezioni ed in modo affatto generale, le idee «progressistiche» ed «evoluzioni­stiche», le quali sono senza ombra di dubbio uno dei segni più tipici della mentalità moderna, e sarebbero perciò sufficienti, da sole, a caratterizzare tali concezioni come un prodotto fra i più incontestabili di questa mentalità.
Si aggiunga poi, che quelle stesse fra queste scuole che mettono in mostra un andamento «arcaico» utilizzando a modo loro frammenti d’idee tradizionali incomprese e deformate, o mascherando al bisogno idee moderne sotto un vocabolario copiato da qualche forma tradizionale orientale od occidentale (tutte cose che, sia detto per inciso, sono in formale contraddizione con la loro credenza nel progresso» e nell’«evoluzione»), sono costan­temente preoccupate di far andar d’accordo queste idee antiche, o pretese tali, con le teorie della scienza moderna. Un lavoro di questo genere è del resto incessantemente da ricominciare a mano a mano che tali teorie cambiano, ma bisogna dire che coloro che vi si dedicano hanno il compito semplificato dal fatto di tener quasi sempre conto soltanto di quel che possono trovare nei lavori di «volgarizzazione».
Oltre a ciò, il «neospiritualismo» è anche in perfetta conformità con le tendenze «sperimentali» della mentalità moderna in quello dei suoi aspetti che abbiamo denominato «pratico»; ed è in virtù di questo aspetto che esso riesce, a poco a poco, ad esercitare un influsso notevole sulla scienza stessa, e a insinuarsi in essa in qualche modo per mezzo di quella che viene chiamata la «metapsichica». È fuor di dubbio che i fenomeni a cui quest’ultima fa riferimento meritano, in sé, di essere studiati almeno tanto quanto quelli dell’ordine corporeo; quel che si presta ad obiezioni è il modo in cui essa pretende studiarli, applicando loro il punto di vista della scienza profana; i fisici (i quali si accaniscono a far uso dei loro metodi quantitativi fino a voler tentare di «pesare l’anima»!) e financo gli psicologi, nel senso «ufficiale» della parola, sono certo le persone meno preparate che si possano immaginare per uno studio di questo genere, e per ciò stesso più suscettibili di chiunque altro di cader preda delle illusioni [Dicendo questo non intendiamo parlare esclusivamente del conto in cui bisogna tenere la frode cosciente ed inconsapevole in questo genere di cose, ma anche delle illusioni che possono sorgere quanto alla natura delle forze che intervengono nella produzione reale dei fenomeni detti «metapsi­chici»]. Ma non basta: di fatto le ricerche «metapsichiche» non vengono quasi mai intraprese in modo totalmente indipendente dagli appoggi dei «neospiritualisti», soprattutto degli spiritisti, ciò che prova come questi ultimi abbiano, tutto sommato, la ferma intenzione di farle servire alla loro «propaganda». Ma quel che forse è ancor più grave sotto questo riguardo è che gli sperimentatori sono posti in tali condizioni da trovarsi obbligati a ricorrere ai «medium» spiritistici, vale a dire ad individui le cui idee preconcette modificano notevolmente i fenomeni in questione conferendo loro, se così si può dire, una «colorazione» speciale, e ciò tanto più in quanto sono stati allenati con cura tutta particolare (esistono persino delle «scuole per medium») a servire come strumento e «supporto» passivo di certe influenze appartenenti ai «bassifondi» del mondo sottile, influenze a cui essi servono di «veicolo» dovunque vadano, le quali per di più non mancano di contagiare pericolosamente tutti coloro, scienziati o non scienziati, che vengono in contatto con loro e che, a causa della loro ignoranza di quanto si cela dietro queste cose, sono assolutamente incapaci di difendersene. Non insisteremo oltre su questo argo­mento, anche perché ci siamo già sufficientemente spiegati a questo proposito in un’altra sede, ed in fondo non ci resta che rin­viare coloro che sentissero il bisogno di più ampi sviluppi a queste nostre opere; tuttavia ci preme di mettere in risalto, poiché si tratta di una caratteristica del tutto tipica dell’epoca attuale, la stranezza della funzione dei «medium» e della pretesa necessità della loro presenza per la produzione dei fenomeni derivanti dalla sfera sottile. Perché mai niente del genere esisteva un tempo, ciò che non impediva affatto alle forze di questo tipo di manifestarsi spontaneamente, in determinate circostanze, con un’ampiezza ben diversa di quanto non accada nelle sedute spiritiche o «metapsichiche» (e questo, molto spesso, in case disabitate o in luoghi deserti, il che esclude l’ipotesi troppo comoda della pre­senza di un «medium» incosciente delle proprie facoltà)? Ci si potrebbe chiedere se dopo ’apparizione dello spiritismo non sia cambiato in realtà qualcosa nel modo stesso in cui il mondo sottile agisce nelle sue «interferenze»
con il mondo corporeo, e in fondo non si tratterebbe che di un altro esempio di quelle modificazioni dell’ambiente che già abbiamo rilevato discutendo degli effetti del materialismo; ad ogni modo, quel che c’è di certo in tutta questa faccenda è che si tratta di qualcosa che risponde perfettamente alle esigenze di un «controllo» esercitato su queste influenze psichiche inferiori, già essenzialmente «malefiche» in se stesse, per utilizzarle più direttamente in previsione di certi sviluppi ben determinati e conformi al «piano» prestabilito di quell’opera di sovversione per la quale esse sono ora «scatenate» nel nostro mondo."

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