domenica 8 maggio 2011

I versi aurei di Pitagora

  I "versi aurei" costituiscono l'essenza dell'insegnamento Pitagorico; essi non sono direttamente riferibili al filosofo, ma costituiscono una "summa" dei dogmi della"scuola italica", messa per iscritto dai Pitagorici che seguirono la via del maestro dopo la morte di quest'ultimo, per istruirecoloro che sarebbero venuti dopo di loro.Questi principi erano l'unico strumento che consentiva agli adepti di seguire la via divina e di elevare lo spirito, essenza suprema di ciascun individuo, fino al raggiungimento dell' "estinzione delle sofferenze terrene" permezzo dell'unione tra lo spirito "individuale" dell'iniziato e Dio,concepito come unica fonte creatrice del tutto.


"Venera anzitutto gli Dei immortali secondo la legge, e serba il giuramento.Onora  poi  i radiosi  Eroi divinificati  e ai daimoni  sotterranei  offri,secondo  il rito.Anche i  genitori  onora, e chi a te per sangue sia più vicino.
 Degli altri, fatti amico chi  per Virtù  è  il  migliore  imitandolo nel calmo parlare, nelle azioni  utili. Per lieve colpa,  non adirarti con l'amico sinché tu lo possa. 
Presso il potere vige la necessità.
Queste cose sappi, e queste altre domina: il ventre anzitutto e così pure sonno, sesso e collera.
Non far cosa che sia turpe in faccia ad altri o a te stesso; ma soprattutto rispetta te stesso.
Poi con le opere e la parola esercita la giustizia.In ogni cosa, di agir senza riflettere perdi l'abitudine.
Delle ricchezze e degli onori, accetta ora il venire, ora il dipartirsi.
Di quei  mali, che per daimonico destino toccano ai  mortali, con animocalmo,senz'ira sopporta la tua parte pur alleviandoli, per quanto ti è dato:e ricordati che non estremi sono quelli riservati dalla  Moira  al  Saggio.
Buono o cattivo può essere il parlare degli uomini; che esso non ti turbi, non permettere che ti distolga.E se mai  venisse detta   falsità, ad essa calmo opponiti.
Ciò che inoltre ora ti dirò, in tutto osservalo: che nessuno, con parole ocon atti,ti  porti a dire o a fare cosa che per te non sia il meglio.
Prendi consiglio prima di agire a che non ne seguano effetti funesti.

Fare o dire cose futili e sciocche è da uomo misero; tu, invece, fa cosedi cui non abbia a pentirti.
Nulla, dunque, di cui non sappia; scorgi quel che davvero ti ènecessario - e felice sarà la tua vita.Non conviene trascurare la salute del corpo.Nelle bevande, nel cibo, negli esercizi ginnici serba misura.
La misura, dico, che da ogni turbamento ti preserverà. Abituati ad una vita monda e priva di mollezze e astienti dal far ciò che attira l'invidia.
Non spendere avventatamente, come chi ignora quel che vale, senza però essere gretto:la misura in ogni cosa è la perfezione
.Fa dunque quel che non ti nuocerà, riflettendo bene prima di agire.
Dalla dolcezza del sonno sorgendo fissa con cura tutto ciò che nellagiornata farai,e [a sera] i tuoi occhi, ancorché stanchi, non accolgano il sonno senzaesserti prima chiesto quel che facesti:Dove son stato? Che cosa ho fatto? Che cosa ho omesso di quel cheavrei dovuto fare?Cominciando dalla prima azione fino all' ultima, e di nuovo tornandovi.
Se hai compiuto cose, spregevoli, punisciti; se hai rettamente agito rallegrati.Queste cose sforzati di fare, a queste cose applicati, con fervore. Ed esse ti metteranno sulla via della virtù divina.
Sì, per colui che nella nostra anima trasfuse la Tetrade, fonte perenne della natura! Inizia dunque l'opera, ma prima gli Dèi invoca, a che te la portino acompimento.Da tutto ciò reso forte, degli Dèi immortali e degli uomini mortaliconoscerai l'essenzae come ogni cosa si svolge e giunge al termine.
Conoscerai anche come sia legge una Natura uguale a sè stessa intutte le cose.Così non avrai vani desideri, e nulla ti resterà celato. Saprai che gli uomini soffrono mali da loro stessi scelti. infelici che, avendolo vicino, il bene non vedono né intendono! Pochi conoscono il modo di liberarsidai mali: a tal segno la Moira offusca la mente dei mortali!Come trottole qua e là sono sospinti tra urti senza fine.
Funesta loro compagna, una congenita, inconscia irosità li mena arovina, irosità alla quale conviene tu non dia esca, né che ad essa resista, ma che devi scansare. Zeus padre, da tanti mali libereresti certamente gli uomini se rivelassi loro quale sia il loro vero daimone!Ma tu confida, perchè divina è la razza di quei mortali cui la sacra natura manifestandosi parla. Se in te v' è alcunchè di quella razza, riuscirai in ciò a cui ti esorto
.Avendo risanata la tua anima da quei mali la libererai.Astienti però dai cibi di cui ti dissi. E abbi intelletto, e nelle purgazioni, e nella liberazione dell'anima
.Ogni  cosa osserva, distingui e valuta, l'intelletto dall'alto eleggendo per guida adeguata.
Allora, lasciato il corpo, salirai al libero etere.Sarai un dio immortale, incorruttibile, invulnerabile."

(Breve considerazione)

In accordo con le scuole iniziatiche , la scienza occulta, l'antroposofia e, quello che è diventato exoterico, nella maggior parte delle religioni, i versi aurei rappresentano il codice ideale, a torto ritenuto solo "morale", per la ricerca della realtà spirituale,  le necessarie ed imprescindibili premesse che fungono da trampolino di lancio e, nel contempo, l'ambiente ideale per realizzare le prove che ciascun iniziato deve affrontare, per la propria ascensione e trasformazione.
I punti di contatto con quanto si trova anche nei dieci comandamenti,  in agostino, nel Corano e molto altro, dovrebbe far riflettere su come l'exoterico abbia preso dall'esoterico soltanto le premesse e le abbia trasformate in finalità, rendendo morale ed intellettuale, quello che nient'altro dovrebbe che essere che reale e funzionale ad un superamento della più semplice qualità esistenziale umana.
Vi rimando al commento di J. Evola, per un approfondimento completo.

Nessun commento:

Posta un commento