lunedì 15 novembre 2010
domenica 14 novembre 2010
I suoni occulti dei chakra, secondo Yogananda
Articolo interessante tratto da www.meditare.net(FONTE), su un argomento che tratterò, da un punto di vista più specifico, in futuro.
"Lo yogi può distinguere, con elevati metodi spirituali, i diversi suoni della sinfonia astrale, che emanano dai plessi, nel modo seguente:Midollo - sinfonia astrale OM di tutti i plessi;
Cervicale - il fragore dell'oceano;
Dorsale - le campane che echeggiano a lungo;
Lombare - arpa;
Sacrale - flauto;
Coccigeo - il ronzio del calabrone.
Inoltre lo yogi ascolta l'impareggiabile Voce Cosmica o Suono dell'OM, che emana da molte acque o elementi, costituenti l'intero universo macrocosmico e microcosmico fisico, astrale ed ideazionale.
Quindi, il suono di molte acque di cui ha parlato S. Giovanni nel Vangelo, è composto da specifici suoni astrali dei sette plessi e dell'impareggiabile Suono Cosmico dell'Om. Entrambi i tipi di suono intuitivo, uditi dallo yogi che ha percepito o ne avuto la visione mentale.
I sette centri astrali e i loro sette elementi sono come sette stelle di luce. I sette elementi, spazio-beatitudine (l'elemento estremamente sottile in cui dimora la beatitudine), super-etere (l'elemento sottile semicosciente e vibratorio attraverso il quale vengono trasmessi i pensieri), l'etere (l'elemento sottile vibratorio dell'energia), aria, fuoco, acqua e terra (di cui è composto il corpo) sono i sette loti di forza vitale o le sette correnti energetiche che si irradiano a stella."
il 666 reale nel codice numerico/musicale
" Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei."
E se il famigerato 666, non fosse altro che un codice, la cui natura si possa svelare anche tramite il codice numerico/musicale?
Molte(anzi, troppe) sono le interpretazioni che hanno cercato di associare a nomi tale sequenza numerica, spesso sfociando in forzature ed in ridicole interpretazioni, cerchiamo di vedere la cosa, da un punto di vista diverso.
Esiste un noto intervallo musicale, la quarta aumentata, altresì conosciuto come "tritono"(tre - toni), che venne definito "diabolus in musica" nel medioevo, a causa della sua evidente dissonanza(ma non solo...)
C'è da dire, inoltre, che tale intervallo, divide a metà l'ottava musicale e rappresenta la chiara evocazione, in termini musicali, di sonorità a dir poco inquietanti, se viene eseguito nel giusto contesto.
Se noi andiamo ad analizzare il numero esatto di semitoni che si hanno, all'interno di un tritono, si avrà la cifra di 6(ad es. Do- Fa# quarta aumentata o tritono-->Do/Reb 1-Do#/Re 2-Re/Mib 3Re#/Mi 4-Mi/Fa 5- Fa/Fa# 6)
La più ovvia soluzione, a questo punto, può essere la ripetizione del già famigerato tritono, per tre volte( possibilità suggerita tra l'altro, dalla triplice ripetizione del numero)o l'esecuzione "armonica" di tre intervalli di quarta aumentata - ad esempio Do(6 semitoni) Fa# (6 semitoni)-Do(6 semitoni)-Fa#.
ma vediamo altre possibilità.
Potremmo prendere, molto più banalmente," alla lettera", i numeri componenti l'insieme della cifra ed intendere il tutto come una ripetizione dell'intervallo di sesta(Es. Fa- Re/ Fa -Re/ Fa - Re, un pò come avviene in "Libiam ne' lieti calici", celebre aria tratta da "La Traviata" di G. Verdi) o un gruppo armonico formato da seste, per esempio maggiori, in cui, guarda caso, si incontrano ancora dei Tritoni disposti ad incastro (Do - La -Fa# -Re# | Do - Fa# tritono / La- Re# tritono-->accordo di Do settima diminuita) o da seste minori(Do- Lab- Mi -Do forma lata di una triade aumentata), fino alla combinazione di seste maggiori e minori. (6M6m6m - 6m6M6m - 6m6m6M- 6m6M6M - 6M6m6M -6M6M6m).
Mettiamo in campo un altro simbolo "esoterico", per cercare di trovare un parallelismo o un necessario metro di paragone, che potrà sembrare azzardato solo in partenza, per evitare di procedere solo per tentativi senza conferma alcuna.
Sto parlando della stella a sei punte, la stella di David, oggetto di svariate interpretazioni, più o meno note, presente in vari frangenti(Simbolo della bandiera di Israele, Zoroastrismo, Kabbalah, descrizioni legate ad alcuni tipi alieni nelle abduction etc.etc.) di cui mi servirò in un noto "attrezzo musicale, ovvero il "circolo delle quinte".
Il "circolo delle quinte" è lo schema che dispone, secondo una disposizione logica legata alle alterazioni( diesis e bemolle) le 12 scale/tonalità, ponendo l'intervallo di quinta, come chiave di volta, per il cambio tra una scala ed un'altra.
E' interessante notare, come si possano ottenere figure geometriche, unendo con delle linee le tonalità, nella loro disposizione circolare.
Proviamo subito, senza tanti convenevoli, ad unire tonalità disposte tra loro, sfruttando la simbologia "del numero della bestia".
Diciamo subito che è interessante notare come gli intervalli di terza maggiori (Es Do -Mi)si contrappongano a quelli sesta minori(es. Mi- Do)essendo, appunto, rivolti gli uni degli altri, portandoci alle medesime figure, ma disegnate in senso orario(Terze - un triangolo unendo Do-Mi- Sol#- Do) o anti orario(seste - unendo Do- Lab-Mi -Do ).
Il mio interesse, va immendiatamente a cadere su questa possibilità, però: unire tre tonalità per seste minori(o terze maggiori, abbiamo capito che è la stessa cosa), a formare un triangolo e fare la stessa cosa, partendo dal punto opposto del cerchio, per formare un altro triagolo che compenetri il primo, il perchè è dato dal fatto che, questo punto opposto, non è nient'altro che il succitato "diabolus in musica" (tritono), composto da SEI semitoni.
Il risultato appare essere abbastanza chiaro, abbiamo la stella di David ma vediamo ancora qualcosa.
Se proviamo ad unire i vertici estremi, dati dalle "punte" della stella, ci ritroveremo sempre con il tritono(e quindi con i 6 semitoni) e portandoci ad avere Do-Fa#(il tritono di partenza)| Re-Lab |Mi -Sib, ovvero 666, il che vuol dire che, anche se avessimo voluto far convergere ogni angolo del primo triangolo, con il suo punto opposto, nel cerchio, avremmo avuto la medesima figura.
Questo collegamento, è solo la prima parte e detto tra noi, la più semplice, perchè dovremmo riuscire a rendere "musicalmente" tale possibilità, completando la parte razionale, con quella emozionale, per tentare di comprendere al meglio il simbolismo.
Credo che i più "svegli" potranno notare un altro simbolo, all'interno del cerchio, ma non lo voglio dire io.
Proporrò degli esempi, prossimamente, che cerchino di lavorare in questa direzione...nel frattempo, restate con le orecchie e gli occhi aperti, al tempo stesso.
E se il famigerato 666, non fosse altro che un codice, la cui natura si possa svelare anche tramite il codice numerico/musicale?
Molte(anzi, troppe) sono le interpretazioni che hanno cercato di associare a nomi tale sequenza numerica, spesso sfociando in forzature ed in ridicole interpretazioni, cerchiamo di vedere la cosa, da un punto di vista diverso.
Esiste un noto intervallo musicale, la quarta aumentata, altresì conosciuto come "tritono"(tre - toni), che venne definito "diabolus in musica" nel medioevo, a causa della sua evidente dissonanza(ma non solo...)
C'è da dire, inoltre, che tale intervallo, divide a metà l'ottava musicale e rappresenta la chiara evocazione, in termini musicali, di sonorità a dir poco inquietanti, se viene eseguito nel giusto contesto.
Se noi andiamo ad analizzare il numero esatto di semitoni che si hanno, all'interno di un tritono, si avrà la cifra di 6(ad es. Do- Fa# quarta aumentata o tritono-->Do/Reb 1-Do#/Re 2-Re/Mib 3Re#/Mi 4-Mi/Fa 5- Fa/Fa# 6)
La più ovvia soluzione, a questo punto, può essere la ripetizione del già famigerato tritono, per tre volte( possibilità suggerita tra l'altro, dalla triplice ripetizione del numero)o l'esecuzione "armonica" di tre intervalli di quarta aumentata - ad esempio Do(6 semitoni) Fa# (6 semitoni)-Do(6 semitoni)-Fa#.
ma vediamo altre possibilità.
Potremmo prendere, molto più banalmente," alla lettera", i numeri componenti l'insieme della cifra ed intendere il tutto come una ripetizione dell'intervallo di sesta(Es. Fa- Re/ Fa -Re/ Fa - Re, un pò come avviene in "Libiam ne' lieti calici", celebre aria tratta da "La Traviata" di G. Verdi) o un gruppo armonico formato da seste, per esempio maggiori, in cui, guarda caso, si incontrano ancora dei Tritoni disposti ad incastro (Do - La -Fa# -Re# | Do - Fa# tritono / La- Re# tritono-->accordo di Do settima diminuita) o da seste minori(Do- Lab- Mi -Do forma lata di una triade aumentata), fino alla combinazione di seste maggiori e minori. (6M6m6m - 6m6M6m - 6m6m6M- 6m6M6M - 6M6m6M -6M6M6m).
Mettiamo in campo un altro simbolo "esoterico", per cercare di trovare un parallelismo o un necessario metro di paragone, che potrà sembrare azzardato solo in partenza, per evitare di procedere solo per tentativi senza conferma alcuna.
Sto parlando della stella a sei punte, la stella di David, oggetto di svariate interpretazioni, più o meno note, presente in vari frangenti(Simbolo della bandiera di Israele, Zoroastrismo, Kabbalah, descrizioni legate ad alcuni tipi alieni nelle abduction etc.etc.) di cui mi servirò in un noto "attrezzo musicale, ovvero il "circolo delle quinte".
Il "circolo delle quinte" è lo schema che dispone, secondo una disposizione logica legata alle alterazioni( diesis e bemolle) le 12 scale/tonalità, ponendo l'intervallo di quinta, come chiave di volta, per il cambio tra una scala ed un'altra.
E' interessante notare, come si possano ottenere figure geometriche, unendo con delle linee le tonalità, nella loro disposizione circolare.
Proviamo subito, senza tanti convenevoli, ad unire tonalità disposte tra loro, sfruttando la simbologia "del numero della bestia".
Diciamo subito che è interessante notare come gli intervalli di terza maggiori (Es Do -Mi)si contrappongano a quelli sesta minori(es. Mi- Do)essendo, appunto, rivolti gli uni degli altri, portandoci alle medesime figure, ma disegnate in senso orario(Terze - un triangolo unendo Do-Mi- Sol#- Do) o anti orario(seste - unendo Do- Lab-Mi -Do ).
Il mio interesse, va immendiatamente a cadere su questa possibilità, però: unire tre tonalità per seste minori(o terze maggiori, abbiamo capito che è la stessa cosa), a formare un triangolo e fare la stessa cosa, partendo dal punto opposto del cerchio, per formare un altro triagolo che compenetri il primo, il perchè è dato dal fatto che, questo punto opposto, non è nient'altro che il succitato "diabolus in musica" (tritono), composto da SEI semitoni.
Il risultato appare essere abbastanza chiaro, abbiamo la stella di David ma vediamo ancora qualcosa.
Se proviamo ad unire i vertici estremi, dati dalle "punte" della stella, ci ritroveremo sempre con il tritono(e quindi con i 6 semitoni) e portandoci ad avere Do-Fa#(il tritono di partenza)| Re-Lab |Mi -Sib, ovvero 666, il che vuol dire che, anche se avessimo voluto far convergere ogni angolo del primo triangolo, con il suo punto opposto, nel cerchio, avremmo avuto la medesima figura.
Questo collegamento, è solo la prima parte e detto tra noi, la più semplice, perchè dovremmo riuscire a rendere "musicalmente" tale possibilità, completando la parte razionale, con quella emozionale, per tentare di comprendere al meglio il simbolismo.
Credo che i più "svegli" potranno notare un altro simbolo, all'interno del cerchio, ma non lo voglio dire io.
Proporrò degli esempi, prossimamente, che cerchino di lavorare in questa direzione...nel frattempo, restate con le orecchie e gli occhi aperti, al tempo stesso.
sabato 13 novembre 2010
Le "vibrazioni" proibite
Articolo interessantissimo tratto da classicaViva , il perchè l'abbia linkato qua, è abbastanza facile, da intuire.
"LA RIVOLUZIONE OMEGA: il LA a 432 Hz"
Vi siete mai chiesti come si sia arrivati a stabilire che la frequenza a cui vibra il diapason (altrimenti detto “corista”), riproducendo la nota “La”, sia attualmente quella di 440Hz?Tutti i musicisti, prima di incominciare a suonare, accordano i loro strumenti, chiedendo al pianista di “dare il La”, oppure all’oboista, se in orchestra, oppure, per l’appunto, fanno vibrare il diapason, prendendo la sua nota come riferimento.
I pianoforti e gli altri strumenti a tastiera, invece, vengono accordati dall’accordatore professionista, ma sempre partendo dal famoso “La” a 440Hz.
E’ probabilmente poco noto come questa frequenza sia frutto di una scelta arbitraria, fatta a Londra nel 1953, decidendo di far uniformare tutte le esecuzioni musicali su questa nota (a questa ha fatto poi seguito la risoluzione europea n. 71 del 30 giugno 1971). Ma il “La” a 440 Hz era stato imposto, nel 1939, addirittura dal ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, ignorando un referendum contrario, promosso in Francia da 25.000 musicisti.
La storia si sta facendo interessante, vero? Ed è molto lunga, perché il “La” è stato accordato su molte diverse frequenze, nel corso dei secoli (come si può vedere nella tabella qui sotto).
Torniamo indietro di più di un secolo, e precisamente al nostro Giuseppe Verdi. Nel 1884, il grande musicista scrisse una lettera, indirizzata alla Commissione musicale del governo italiano, in cui chiese di ufficializzare l’utilizzo del diapason a 432Hz “per esigenze matematiche”. All’epoca veniva adottato un corista a 435Hz (il cosiddetto “corista francese”), e addirittura qualcuno proponeva un diapason a 450Hz. Il Maestro così concludeva: “l’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell’esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome LA a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un Si bemolle a Roma?”.La frequenza del “La” a 432Hz venne proposta dai fisici Sauveur, Meerens, Savart, e dagli scienziati italiani Montanelli e Grassi Landi, e venne calcolata su un Do centrale (indice 3) di 256 cicli al secondo. Il diapason a 432Hz, approvato all’unanimità dal congresso dei musicisti italiani del 1881, venne dunque definito “diapason scientifico“, proprio sulla base degli studi di questi scienziati. Al contrario, la frequenza scelta a Londra nel 1953, su cui oggi viene intonata tutta la musica, viene definita “disarmonica“, perché contrasta, addirittura, con le leggi fisiche che governano l’universo.
Nonostante le scelte dei musicisti italiani, e la presa di posizione di Giuseppe Verdi, la corsa verso l’innalzamento del “La”, alla ricerca di sonorità sempre più “brillanti”, era ormai inarrestabile, e si affermò con l’adozione unilaterale di un “La” più alto (440 cicli) da parte delle bande militari russe ed austriache ai tempi di Wagner. Da lì, l’imposizione di Goebbels, e poi la sopra citata convenzione di Londra, nel 1939, che imponeva un diapason che non aveva alcuna giustificazione scientifica o basata sulle leggi della voce umana.
Notiamo subito come sia indiscutibile che Verdi fosse uno che di voci umane se ne intendeva parecchio… e infatti, caldeggiando l’adozione del diapason naturale a 432Hz, voleva contribuire a espandere e sviluppare le storiche “voci verdiane piene e maestose”. Accordati su questa frequenza, gli strumenti musicali, come la voce, acquisiscono ben 4 armoniche in più (12 al posto delle 8 generate dal “La” 440hz), e inoltre, cosa davvero importantissima per i cantanti, il famoso passaggio di registro, nella voce umana, viene eliminato.
Insomma, utilizzando l’accordatura a 432, sarebbe automaticamente risolta la difficoltà di questo sofferto ed ispido “gradino”, dannazione di tanti insegnanti di canto! Oltretutto, notano importanti direttori di orchestra, continuando con questa ininterrotta deriva verso l’innalzamento del “La” (che è ancora in corso, tanto è vero che ci sono casi in cui si accorda addirittura a 445 Hz!), presto diverse opere del grande repertorio diverranno ineseguibili per le voci dei cantanti, cui si richiede in tal modo uno sforzo penoso e innaturale.
Recentemente tra i musicisti è sorto un vero e proprio movimento in favore del ritorno al “La” a 432Hz, denominato “la rivoluzione Omega“.
Sono quindi stati ripresi ed approfonditi tutti i fondamenti scientifici di questa scelta, ed è stato pubblicato molto materiale, facilmente rintracciabile su Internet (e sul gruppo Facebook “La rivoluzione Omega La 432 Hz”). Proviamo a spiegare le basi di questa teoria.
Partiamo dall’esame della frequenza di 8Hz. Essa corrisponde a una nota bassa di Do, ma anche, dicono le neuroscienze, alla frequenza ideale alla quale i nostri due emisferi cerebrali lavorano in modo uguale, in armonia, assicurando il massimo flusso di informazioni con il minor dispendio di energia. 8Hz è anche la frequenza di replicazione della doppia elica del DNA. 8Hz è poi, secondo gli scienziati, il “battito” fondamentale del pianeta, noto come “risonanza fondamentale di cavità Schumann”, una risonanza elettromagnetica globale.
In termini musicali, la frequenza di 8Hz corrisponde a una nota di Do. Salendo di cinque ottave, cioè percorrendo cinque volte le sette note della scala, si arriva ad un Do di 256Hz, scala in cui il “La” ha una frequenza di 432Hz e non di 440Hz.
Suonando il Do a 256Hz, per il principio delle armoniche (secondo cui a un suono prodotto si aggiungono multipli e sottomultipli di quella frequenza), anche i Do delle altre ottave cominceranno a vibrare per “simpatia”, facendo risuonare naturalmente la frequenza di 8Hz.
Ecco perché il corista a 432 oscillazioni al secondo è definito “diapason scientifico“.
Nell’universo tutto è energia in vibrazione. Ogni particella subatomica, atomo, struttura molecolare, cellula e organo del corpo, vibra ad una determinata frequenza. Questa meravigliosa armonia ha una propria firma vibrazionale.
Molti medici e studiosi affermano che se una parte del corpo si ammala la causa è da ricercare nell’alterazione di questa frequenza, per cui il corpo vibra in modo disarmonico. Essere sani significherebbe dunque vibrare all’unisono armonicamente, con l’intero universo!
Ogni organo ha la sua frequenza (multipli e sottomultipli del 432Hz), che sembra si alteri in caso di malattia, mentre pare che la guarigione avvenga quando, sullo stesso organo, viene fatta risuonare la corretta frequenza di risonanza. Dunque suonare e ascoltare musica intonata a 432Hz riequilibrerebbe il corpo e, per effetto vibrazionale, anche la natura circostante, rigenerando il primordiale equilibrio di pace e benessere.
Il movimento Omega tenta di convincere musicisti ed orchestre ad eseguire musica con il “La” a 432Hz. I problemi tecnici non sono pochi, perché in alcuni casi sarebbe necessario sostituire le corde o addirittura interi strumenti. Però, almeno si dovrebbe provare! Su internet sono presenti brani musicali registrati con questa accordatura e, effettivamente, la sensazione che se ne ricava è molto piacevole e rigenerante. Mozart intonato su questo diapason (ossia più o meno come ai suoi tempi) è davvero un sublime piacere per le orecchie…"
"LA RIVOLUZIONE OMEGA: il LA a 432 Hz"
Vi siete mai chiesti come si sia arrivati a stabilire che la frequenza a cui vibra il diapason (altrimenti detto “corista”), riproducendo la nota “La”, sia attualmente quella di 440Hz?Tutti i musicisti, prima di incominciare a suonare, accordano i loro strumenti, chiedendo al pianista di “dare il La”, oppure all’oboista, se in orchestra, oppure, per l’appunto, fanno vibrare il diapason, prendendo la sua nota come riferimento.
I pianoforti e gli altri strumenti a tastiera, invece, vengono accordati dall’accordatore professionista, ma sempre partendo dal famoso “La” a 440Hz.
E’ probabilmente poco noto come questa frequenza sia frutto di una scelta arbitraria, fatta a Londra nel 1953, decidendo di far uniformare tutte le esecuzioni musicali su questa nota (a questa ha fatto poi seguito la risoluzione europea n. 71 del 30 giugno 1971). Ma il “La” a 440 Hz era stato imposto, nel 1939, addirittura dal ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, ignorando un referendum contrario, promosso in Francia da 25.000 musicisti.
La storia si sta facendo interessante, vero? Ed è molto lunga, perché il “La” è stato accordato su molte diverse frequenze, nel corso dei secoli (come si può vedere nella tabella qui sotto).
Catalogazione dell’accordatura del diapason in varie città europee secondo il matematico e musicologo Alexander Ellis, nel 1880 | ||
Luogo | Anno | Frequenza |
Berlino (concerti) | 1721 | 421,9 |
Vienna (opera) | 1823 | 433,9 |
Londra (concerti) | 1826 | 423,3 |
Firenze (opera) | 1845 | 444,9 |
Milano | 1849 | 446,6 |
Londra (opera) | 1857 | 456,1 |
Milano (Teatro alla Scala) | 1857 | 451,7 |
Napoli (Teatro San Carlo) | 1857 | 444,9 |
Madrid (opera) | 1858 | 444,5 |
Berlino (concerti) | 1859 | 451,8 |
Bruxelles (teatro lirico) | 1859 | 442,5 |
Liegi (concerti) | 1859 | 448,0 |
Vienna (opera) | 1862 | 466,0 |
Bologna (concerti) | 1869 | 443,1 |
Londra (concerti) | 1877 | 455,1 |
Londra (opera) | 1880 | 435,4 |
fonte: Alexander Ellis, ‘The History of musical pitch’, London 1880 |
Nonostante le scelte dei musicisti italiani, e la presa di posizione di Giuseppe Verdi, la corsa verso l’innalzamento del “La”, alla ricerca di sonorità sempre più “brillanti”, era ormai inarrestabile, e si affermò con l’adozione unilaterale di un “La” più alto (440 cicli) da parte delle bande militari russe ed austriache ai tempi di Wagner. Da lì, l’imposizione di Goebbels, e poi la sopra citata convenzione di Londra, nel 1939, che imponeva un diapason che non aveva alcuna giustificazione scientifica o basata sulle leggi della voce umana.
Notiamo subito come sia indiscutibile che Verdi fosse uno che di voci umane se ne intendeva parecchio… e infatti, caldeggiando l’adozione del diapason naturale a 432Hz, voleva contribuire a espandere e sviluppare le storiche “voci verdiane piene e maestose”. Accordati su questa frequenza, gli strumenti musicali, come la voce, acquisiscono ben 4 armoniche in più (12 al posto delle 8 generate dal “La” 440hz), e inoltre, cosa davvero importantissima per i cantanti, il famoso passaggio di registro, nella voce umana, viene eliminato.
Insomma, utilizzando l’accordatura a 432, sarebbe automaticamente risolta la difficoltà di questo sofferto ed ispido “gradino”, dannazione di tanti insegnanti di canto! Oltretutto, notano importanti direttori di orchestra, continuando con questa ininterrotta deriva verso l’innalzamento del “La” (che è ancora in corso, tanto è vero che ci sono casi in cui si accorda addirittura a 445 Hz!), presto diverse opere del grande repertorio diverranno ineseguibili per le voci dei cantanti, cui si richiede in tal modo uno sforzo penoso e innaturale.
Recentemente tra i musicisti è sorto un vero e proprio movimento in favore del ritorno al “La” a 432Hz, denominato “la rivoluzione Omega“.
Sono quindi stati ripresi ed approfonditi tutti i fondamenti scientifici di questa scelta, ed è stato pubblicato molto materiale, facilmente rintracciabile su Internet (e sul gruppo Facebook “La rivoluzione Omega La 432 Hz”). Proviamo a spiegare le basi di questa teoria.
Partiamo dall’esame della frequenza di 8Hz. Essa corrisponde a una nota bassa di Do, ma anche, dicono le neuroscienze, alla frequenza ideale alla quale i nostri due emisferi cerebrali lavorano in modo uguale, in armonia, assicurando il massimo flusso di informazioni con il minor dispendio di energia. 8Hz è anche la frequenza di replicazione della doppia elica del DNA. 8Hz è poi, secondo gli scienziati, il “battito” fondamentale del pianeta, noto come “risonanza fondamentale di cavità Schumann”, una risonanza elettromagnetica globale.
In termini musicali, la frequenza di 8Hz corrisponde a una nota di Do. Salendo di cinque ottave, cioè percorrendo cinque volte le sette note della scala, si arriva ad un Do di 256Hz, scala in cui il “La” ha una frequenza di 432Hz e non di 440Hz.
Suonando il Do a 256Hz, per il principio delle armoniche (secondo cui a un suono prodotto si aggiungono multipli e sottomultipli di quella frequenza), anche i Do delle altre ottave cominceranno a vibrare per “simpatia”, facendo risuonare naturalmente la frequenza di 8Hz.
Ecco perché il corista a 432 oscillazioni al secondo è definito “diapason scientifico“.
Nell’universo tutto è energia in vibrazione. Ogni particella subatomica, atomo, struttura molecolare, cellula e organo del corpo, vibra ad una determinata frequenza. Questa meravigliosa armonia ha una propria firma vibrazionale.
Molti medici e studiosi affermano che se una parte del corpo si ammala la causa è da ricercare nell’alterazione di questa frequenza, per cui il corpo vibra in modo disarmonico. Essere sani significherebbe dunque vibrare all’unisono armonicamente, con l’intero universo!
Ogni organo ha la sua frequenza (multipli e sottomultipli del 432Hz), che sembra si alteri in caso di malattia, mentre pare che la guarigione avvenga quando, sullo stesso organo, viene fatta risuonare la corretta frequenza di risonanza. Dunque suonare e ascoltare musica intonata a 432Hz riequilibrerebbe il corpo e, per effetto vibrazionale, anche la natura circostante, rigenerando il primordiale equilibrio di pace e benessere.
Il movimento Omega tenta di convincere musicisti ed orchestre ad eseguire musica con il “La” a 432Hz. I problemi tecnici non sono pochi, perché in alcuni casi sarebbe necessario sostituire le corde o addirittura interi strumenti. Però, almeno si dovrebbe provare! Su internet sono presenti brani musicali registrati con questa accordatura e, effettivamente, la sensazione che se ne ricava è molto piacevole e rigenerante. Mozart intonato su questo diapason (ossia più o meno come ai suoi tempi) è davvero un sublime piacere per le orecchie…"
venerdì 12 novembre 2010
Intervalli musicali e Menorah
Questo primo post, è, oggettivamente, uno degli argomenti "motori" che mi ha spinto a voler mettere per iscritto alcune delle straordinarie possibilità interpretative che si hanno, nel voler analizzare in senso numerologico/musicale, i simboli di ogni tipo, presenti in tutte le culture.
La Menorah(candelabro a sette braccia ) è il simbolo più chiaro ed esemplare per descrivere la natura del numero 7 , che, all'interno della cultura ebraica, rappresenta la perfezione di Dio( i sette giorni in cui viene creato il mondo)ed in relazione al tempo, ha anche significato d'eternità.
Sicuramente, per chi ha a che fare con la musica, ma anche solo per chi non si ferma ai collegamenti più ovvi, è impossibile non pensare alle sette note della scala musicale, la scala diatonica maggiore(Do - Re - Mi..) e alle possibili implicazioni che questo numero, possa avere già con le note che, nel bene e nel male, tutti conoscono.
Ma, la cosa interessante, è questa.
La definizione d'intervallo musicale è letteralmente "la distanza tra due note", intesa come distanza tra i nomi della nota stessa, all'interno di una scala[ad esempio Do - Re =seconda(Do,re=2); Do - Mi = Terza(Do, Re, Mi =3) ; Do, Fa - Re= Sesta(Fa, Sol, La, Si,Do, Re= 6)].
Gli intervalli possibili, all'interno delle sette note, sono quelli di II°, di III°, di IV°, di V°, di VI° e di VII°.
Questi intervalli, si relazionano tra di loro, con un altro aspetto proprio della teoria musicale, che è il rivolto, ovvero la possibilità di invertire i nomi delle note(Es. Do-Re diventa Re-Do) mantenendo comunque un rapporto numerico tra di loro.
Questo rapporto è dato dalla costante del numero 9 che fa si che si abbiano corrispondenze tra intervalli di II° e di VII°( 2+7= 9) di III° e di VI°( 3+ 6 =9) di IV° e V°(4+ 5= 9), avendo così, un'ipotetica rappresentazione speculare, che converge nel numero 9
o meglio, come la vedo io------->
La Menorah(candelabro a sette braccia ) è il simbolo più chiaro ed esemplare per descrivere la natura del numero 7 , che, all'interno della cultura ebraica, rappresenta la perfezione di Dio( i sette giorni in cui viene creato il mondo)ed in relazione al tempo, ha anche significato d'eternità.
Sicuramente, per chi ha a che fare con la musica, ma anche solo per chi non si ferma ai collegamenti più ovvi, è impossibile non pensare alle sette note della scala musicale, la scala diatonica maggiore(Do - Re - Mi..) e alle possibili implicazioni che questo numero, possa avere già con le note che, nel bene e nel male, tutti conoscono.
Ma, la cosa interessante, è questa.
La definizione d'intervallo musicale è letteralmente "la distanza tra due note", intesa come distanza tra i nomi della nota stessa, all'interno di una scala[ad esempio Do - Re =seconda(Do,re=2); Do - Mi = Terza(Do, Re, Mi =3) ; Do, Fa - Re= Sesta(Fa, Sol, La, Si,Do, Re= 6)].
Gli intervalli possibili, all'interno delle sette note, sono quelli di II°, di III°, di IV°, di V°, di VI° e di VII°.
Questi intervalli, si relazionano tra di loro, con un altro aspetto proprio della teoria musicale, che è il rivolto, ovvero la possibilità di invertire i nomi delle note(Es. Do-Re diventa Re-Do) mantenendo comunque un rapporto numerico tra di loro.
Questo rapporto è dato dalla costante del numero 9 che fa si che si abbiano corrispondenze tra intervalli di II° e di VII°( 2+7= 9) di III° e di VI°( 3+ 6 =9) di IV° e V°(4+ 5= 9), avendo così, un'ipotetica rappresentazione speculare, che converge nel numero 9
o meglio, come la vedo io------->
Adesso, è necessario cercare di capire, in che modo muoversi, per avere unarappresentazione sonora, di tutto ciò.
Dando per scontato che, probabilmente, in questo caso, abbiamo soltanto una specie di "stele di rosetta" e quindi, un simbolo che descrive, al tempo stesso il numero delle note non alterate( le sette note e le sette braccia) e le possibili relazioni tra di esse, tramite gli intervalli, non tenterò un (almeno per il momento)una possibile resa audio del tutto, perchè il risultato, potrebbe assomigliare al tentare di enunciare contemporaneamente tutte le lettere dell'alfabeto o gruppi di esse, essendo, effettivamente, la rappresentazione di una possibile perfezione sonora e numerica, al tempo stesso e non avendo evidenti parametri per una disposizione logica armonico/melodica del tutto, ma è notevole notare come, alla fine di tutto, esca il numero 9, come costante, che ha in sè, il significato alchemico di ritorno alla matrice e l'espressione della dualità, vita morte.
Dando per scontato che, probabilmente, in questo caso, abbiamo soltanto una specie di "stele di rosetta" e quindi, un simbolo che descrive, al tempo stesso il numero delle note non alterate( le sette note e le sette braccia) e le possibili relazioni tra di esse, tramite gli intervalli, non tenterò un (almeno per il momento)una possibile resa audio del tutto, perchè il risultato, potrebbe assomigliare al tentare di enunciare contemporaneamente tutte le lettere dell'alfabeto o gruppi di esse, essendo, effettivamente, la rappresentazione di una possibile perfezione sonora e numerica, al tempo stesso e non avendo evidenti parametri per una disposizione logica armonico/melodica del tutto, ma è notevole notare come, alla fine di tutto, esca il numero 9, come costante, che ha in sè, il significato alchemico di ritorno alla matrice e l'espressione della dualità, vita morte.
Introduzione
Il suono è collegato in maniera inestricabile ai numeri ed è l'autentico linguaggio che si pone a metà tra telepatia e materia, tra inconscio e tradizioni, tra fisico e non fisico.
Probabilmente, l'unico ricordo, dopo la caduta della "torre di Babele", che abbiamo di un linguaggio ancestrale, che non sia quello della percezione diretta, è dato dalla fusione razionale ed inconscia, al tempo stesso, della potenza dei numeri presenti nel linguaggio musicale e vicerversa.
In questo blog, si vuole dimostrare la possibilità(o almeno si tenterà) di re-interpretare in chiave numerologico/musicale, alcuni aspetti della realtà, sia che essi siano simboli, nomi o archetipi, presenti nella cultura religiosa, esoterica e popolare dell'uomo, al fine di mostrare come esista un unico linguaggio ed un' unica chiave di interpretazione per la realtà in cui siamo immersi, un linguaggio diretto e alla portata di tutti, che permetta a tutti di trovare una via d'accesso per l'interpetazione di ogni tipo di elemento.
Ovviamente, proprio come la matematica pura, si parla di linguaggio, il che, presuppone, che l'interpretazione di quello che viene espresso, abbia bisogno di molti punti di riferimento, per trovare un senso concreto, che, probabilmente, troverà il suo compimento all'interno del linguaggio stesso, ovviamente e non in altri, come il linguaggio parlato o quello solo numerico o musicale.
Buona lettura, spero che, data le premesse solo in apparenza soggettive e complesse, riusciate a seguire la natura delle decostruzioni che verranno esposte.
Probabilmente, l'unico ricordo, dopo la caduta della "torre di Babele", che abbiamo di un linguaggio ancestrale, che non sia quello della percezione diretta, è dato dalla fusione razionale ed inconscia, al tempo stesso, della potenza dei numeri presenti nel linguaggio musicale e vicerversa.
In questo blog, si vuole dimostrare la possibilità(o almeno si tenterà) di re-interpretare in chiave numerologico/musicale, alcuni aspetti della realtà, sia che essi siano simboli, nomi o archetipi, presenti nella cultura religiosa, esoterica e popolare dell'uomo, al fine di mostrare come esista un unico linguaggio ed un' unica chiave di interpretazione per la realtà in cui siamo immersi, un linguaggio diretto e alla portata di tutti, che permetta a tutti di trovare una via d'accesso per l'interpetazione di ogni tipo di elemento.
Ovviamente, proprio come la matematica pura, si parla di linguaggio, il che, presuppone, che l'interpretazione di quello che viene espresso, abbia bisogno di molti punti di riferimento, per trovare un senso concreto, che, probabilmente, troverà il suo compimento all'interno del linguaggio stesso, ovviamente e non in altri, come il linguaggio parlato o quello solo numerico o musicale.
Buona lettura, spero che, data le premesse solo in apparenza soggettive e complesse, riusciate a seguire la natura delle decostruzioni che verranno esposte.
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