mercoledì 5 dicembre 2012

Il pazzo sulla collina





Uno dei tanti modi per non restare nelle chiacchiere e smettere di credere a chi ti parla di illusorietà del mondo materiale/grossolano è scoprire tutto ciò come autentico,grazie alle proprie forze,concentrate verso il pensiero e imparare a trasformare le illusioni apparenti che vivono nella nostra mente, in una solida entità reale, una scultura di energia immaginativa  di cui sentiamo ogni aspetto sensoriale, con la differenza che quell'immagine è creata da noi, dalla nostra volontà e quello che ci circonda è solo percepito da noi, esteriormente, a quel punto, anche l'esteriore apparirebbe a noi come una nostra estensione e ci vredremmo in parte creatori attuali di quello che in realtà non esiste.
E chi vivesse di solo di queste immagini interiori?
Magari conoscerebbe il mondo interiore, oltre lo spazio ed il tempo e non dovrebbe curarsi del guscio dell'universo.
Allora lo chiamerebbero pazzo, immobile e fermo, perchè è ovunque.
La storia è questa.






“Day after day alone on the hill
The man with the foolish grin is keeping perfectly still
But nobody wants to know him
They can see that he’s just a fool
And he never gives an answer
But the fool on the hill
Sees the sun going down
And the eyes in his head
See the world spinning round
Well on the way, head in a cloud
The man of a thousand voices is talking perfectly loud
But nobody ever hears him
Or the sound he appears to make
And he never seems to notice
But the fool on the hill
Sees the sun going down
And the eyes in his head
See the world spinning round
And nobody seems to like him
They can tell what he wants to do
And he never shows his feelings
But the fool on the hill
Sees the sun going down
And the eyes in his head
See the world spinning round
Oh, oh, oh
Round ‘n round ‘n round ‘n round ‘n round
And he never listen to them
He knows that they’re the fools
They don’t like him
The fool on the hill
Sees the sun going down
And the eyes in his head
See the world spinning round
Oh, round ‘n round ‘n round ‘n round ‘n round
Oh!”

Traduzione.
“Giorno dopo giorno, solo su una collina
l’uomo col ghigno da matto
se ne sta perfettamente immobile
ma nessuno lo vuole conoscere
vedono che è solo un matto
e lui non da mai una risposta
Ma il matto sulla collina
vede il sole tramontare
e con gli occhi della mente
vede il mondo girare
Strada facendo, la testa in una nuvola
l’uomo dalle mille voci parla assolutamente forte
ma nessuno lo sente mai
o sente il suono che sembra emettere
e lui sembra non accorgersene mai
Ma il matto sulla collina
vede il sole tramontare
e con gli occhi della mente
vede il mondo girare
E sembra che non piaccia a nessuno
possono dire cosa vuole fare
e lui non mostra mai i suoi sentimenti
Ma il matto sulla collina
vede il sole tramontare
e con gli occhi della mente
vede il mondo girare
Oh, oh, oh
girare e girare e girare e girare e girare
Lui non li ascolta mai
sa che sono loro i matti
a loro lui non piace
Il matto sulla collina
vede il sole tramontare
e con gli occhi della mente
vede il mondo girare
Oh, girare e girare e girare e girare e girare
Oh!”


Storia del ruscello e del letto.



"C'è un ruscello che scorre nel suo letto.
Al momento in cui esce, sgorgando, dalla sorgente, si scorda quasi del tutto di essere acqua che nasce come acqua ed inizia a scorrere.
Il suo letto è l' unica cosa che conosce e che sente: questo l
o guida, lo porta in alto ed in basso, lo fa girare, lo divide con le rocce, lo ricompatta con le profondità, lui sente questo; il letto è come sua madre e suo padre, anche se non risponde mai alle sue domande, domande su chi sia lui in realtà.
Il ruscello ama davvero il suo letto, non esisterebbe senza di lui e dal suo punto di vista, è quasi del tutto convinto che sia lui a farlo muovere, con il suo abbraccio sicuro; lo ama talmente tanto da temere la pioggia, perchè ha paura di straripare e finire chissà dove, lo ama talmente tanto da aver paura del sole troppo splendente, perchè teme di sfumare verso l'alto, verso il cielo, così simile a lui nel colore, ma così enorme ed immenso, rispetto a lui, da levare il respiro.
Ma un giorno, il corso dell'acqua e del letto, passa sul limitare del dorso di una montagna e, guardando verso il basso, appare il mare.
Il ruscello vede il mare: grande come il cielo, più forte delle pioggia ed il sole lo illumina completamente, senza asciugarlo, ma facendolo risplendere, duttile e liquido come lui era.
Poi subito via, la strada continua.
Ma il ruscello è cambiato in quell'attimo, sente che il letto è stretto, sente allora che ogni cosa è possibile perchè lui, che è acqua, lo rende possibile adattandosi e muovendosi e che anzi, il letto limita la sua natura, pur permettendogli di essere sempre in divenire, ma solo in una direzione e con lo stesso ritmo, al contrario di quella immensità di acqua che aveva visto: ferma ed in movimento, eppure ovunque in tutte le direzioni, senza tempo, perchè ha tutto il tempo possibile in ogni luogo possibile,con la luce del sole che diventa più potente grazie ad esso, con la pioggia che ne esalta le virtù, con un letto talmente enorme, da non esistere se non come riflesso del movimento dell'acqua.
Quindi il ruscello inizia a scoprirsi ed inizia a capire, a capire che lui, in realtà,  è questo e non è totalmente simile a quella montagna d'acqua infinita solo a causa del suo letto, perchè, per il resto, anche lui riflette il cielo ed il sole, dominando la terra con le carezze, anche lui, se avesse un letto più grande, si potrebbe espandere come e dove vorrebbe, essendo in più punti contemporaneamente, sente che gli manca una cosa, lo spazio, ma che quando lo ritroverà, saprà apprezzarlo, saprà farlo fruttare, saprà davvero essere grato e grato torna pure ad esserlo nei confronti del letto, perchè ha capito a cosa serve:a dargli la possibilità di superare la paura di essere separato, da ciò che ,anche lui, si porta dentro di sè, una cosa che puoi affrontare solo essendo separato e solo partendo dalla paura, conoscendola nel limite apparentemente reale e realmente apparente.
E con la terra sotto ed il cielo sopra, si avvia verso la fine del suo percorso, fondendosi con le lame di luce del sole nella vastità della grande acqua, scoprendo il sale dell'alchimia del mare, che unisce sole e acqua e lui non ha paura di finire, perchè già sapeva chi era e non avrebbe mai potuto saperlo nè come acqua di sorgente, nè come mare, ma solo nel percorso tra di essi.
E un pò di quel ruscello, ha reso più grande e luminoso il mare, anche se insieme, erano già l'acqua del mondo, senza separazione.